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Film: Argo

09/03/2013

Film: Argo

È di nuovo nelle sale italiane “Argo”, il terzo lungometraggio di Ben Affleck, trionfatore dell’ottantacinquesima edizione degli Academy Awards. Il film, fondato su accadimenti realmente verificatisi a Teheran, post rivoluzione iraniana del 1979, narra le vicende di un gruppo di militanti che irrompono nell’ambasciata Americana e prendono in ostaggio 52 persone appartenenti al corpo diplomatico. Solo sei funzionari, nella confusione che si genera,  riescono a fuggire ed a nascondersi nella residenza dell'ambasciatore del Canada, Ken Taylor.

Il governo americano, preoccupato per la difficile e critica situazione, decide di ingaggiare Tony Mendez (Ben Affleck), agente Cia esperto in operazioni da svolgere sotto copertura. Compito del protagonista è quello di liberare i sei uomini prima che i sequestratori si accorgano della loro assenza.

Un'operazione per nulla semplice, anzi delicata e complessa. L'unico piano strategico per riportare i fuggiaschi a casa, sembra essere quello di mettere in piedi una finta crew di cineasti, impegnati nella ricerca di una location adatta per girare un film di fantascienza, intitolato “Argo”.

Affinché quest'ardita idea possa essere ritenuta veritiera, Mendez si affida a Jhon Chambers (John Goodman), cinico makeup artist di Hollywood e a Lester Siegel (Alan Arkin), produttore cinematografico.

Con “Argo”, Ben Affleck compie un altro salto di qualità, dopo “Gone Baby Gone” (2007) e “The Town” (2010): la sua carriera da regista è ormai in netta ascesa grazie anche a questo film che miscela perfettamente il dramma storico, il realismo del documentario, la tensione di una spy-story e addirittura la comicità di una commedia.

La storia puo' definirsi come una parabola emozionale, che impatta in maniera vincente ed incisiva sullo spettatore. “Argo” inizia con una trafila di immagini drammatiche smosse, alcune anche reali, di grande impatto visivo. Appaiono orde di manifestanti mischiati a militanti pronti a travolgere l’ambasciata e funzionari spaventati intenti nel distruggere pile di fascicoli e documenti top-secret.

Successivamente, con l’entrata in gioco di Mendez, uomo di grande valore umano ancor prima che professionale, la curva emozionale scende e raggiunge una dimensione decisamente più soft.

Nella parte finale, quando il piano di liberazione studiato nei minimi dettagli da Mendez trova applicazione, il pathos iniziale viene ripristinato e rincarato con una buona dose di suspance.

Buona, dunque, la terza per Ben Affleck, che grazie agli innumerevoli riconoscimenti ricevuti (3 Premi Oscar, 2 Golden Globe e 3 British Academy Film Awards), entra a pieno titolo nella lista dei registi geniali, capaci di trasformare una grande storia, in una grande film.

Marcella Cerciello
 

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